Milano – Edizioni Senza Galere – 1979
IL GUARDIANO DELLE MACCHINE
Venni dal Sud
con la mia valigia di cartone
Il padrone
gettò al volo cinquanta lire
al guardiano delle macchine:
“Tieni ragazzo, divertiti!”
Le cinquanta lire rotolarono
sull’asfalto fermandosi
vicino ad un tombino.
Soddisfatto il padrone
entrò nell’Hotel
con la sua puttana.
Guardai la moneta
allungai il piede
spingendola nel buco.
Pioveva. Lunga,
lunga la strada
per la periferia. Quella
sera non presi il tram,
mi mancavano cinquanta lire.
Venni dal Sud
con la mia valigia di cartone
S. Vittore 25 marzo 1970
___?____
Sul pentagramma della vita
Lacrime di vetro
Silenzi
Macigni
Sbarre
Sbarre
Sbarre
S.Vittore 5 luglio 1970
SFOGLIANDO IL VANGELO (I)
Il Signore disse:
“Date dunque a Cesare
quel ch’è di Cesare
e a Dio
quel ch’è di Dio”.
Con questa
formula
per duemila
anni
m’hanno
imbrogliato
Signore.
Volterra 15 ottobre 1970
RICORDI DI PERIFERIA
Oziare di notte
Lungo i muri
Solo
Tra la nebbia
Piole
Di periferia
Strade indifferenti
Alle luci
Portoni improvvisi
E indovinare
Prossimi prati
E laggiù le montagne
Per fare il tuo discorso
Ahi! le notti
Di periferia
Tornare esausto
Ancora una volta
Prima dell’alba
Pronto alla pena
D’un altro giorno
Senz’avere sprecato
Neppure un’ora.
Volterra 30 gennaio 1971
TRIBUNALE DEL POPOLO
Cancelliere: “Compagni silenzio entra
(la corte!”)
Presidente: “Introducete l’imputato”
Cancelliere: “Questo tribunale è
(costituito)
dai compagni
Bruni, meccanico
Gianni, taxista
Rossi, contadino
Paoli, studente
Neri, pensionato
Presiede il compagno Bori, tranviere”
Accusatore: “L’imputato ha confessato,
propongo sia interrogato”
Presidente: “Compagno imputato,
perchè hai commesso
questo reato?
Vuoi dirci in cosa
Volterra 13 febbraio 1971
CON QUEST’ANIMA INQUIETA
Come una vecchia
Amica tornò
Ancora la pioggia
A battere il tempo
Sul selciato
E la terra
La riceve tutta
Nel grembo
Mentre sorridono
Gli alberi
Nel respiro della primavera
Anch’io m’appresto
A riceverla
Con quest’anima inquieta
Che smania
E che vuol correre
Nei prati
Appena bagnati.
Volterra 14 marzo 1971
LA PRIGIONE
Incasellai nella mente
sguardi fiori e uno spicchio di cielo.
La pianura addormenta l’anima,
ma la prigione resta ferma sulla collina.
Dopo, tentai di gettare l’anima
al di là del muro. Zelante
il guardiano me la sbattè sul muso.
S. Vittore 21 ottobre 1971
TRADUZIONE AL SUD
Imbrigliato
Sono sceso al sud del paese
Teoria di binari e di mare
Scorre veloce il sangue
Manette d’ira
Poi nel vento,
stanchi
si rilassano i polsi
alla malinconia.
Augusta 6 marzo 1972
I LIMITI
Han posto limiti
alle ore
al pianto
al sorriso
alla grandine.
Evidenti si fanno i limiti
del giorno
della luna
della ragione
della speranza.
Spaventosi limiti
dell’uomo
della vita
della giustizia
dell’onestà.
E il piacere si spezza sulla
Via Lattea
senza godere
nella notte
breve come i limiti
del vetro
che penetra
in corpi
chiusi
entro gusci
troppo fragili per sostenere
l’imperativo:
produrre
produrre
in limiti crudeli di libertà.
Lecce maggio 1972
DA TE
Venire da te,
liberarsi di tutti i motivi
e abbandonare
i muscoli tesi
oltre ostacoli ferrosi
e poi correre tutta la notte
portando nel pugno una stella
E tu, continuo pensiero
che lasci sgombra la mente
e impasti i colori più chiari
per dare più luce alla pelle
Ma è il verde
che domina:
un grido continuo per l’anima
fatica,
fatica d’entrarti
per essere tutt’uno con te.
Porto Azzurro 29 giugno 1972
CONOSCO
Conosco attimi
d’aria e di ferro
campi di papaveri
e cristi inchiodati
conosco i rumori
del cuore
i silenzi repressi
e momenti d’ira
e l’ansia
di un’atroce domanda:
“ora, adesso… dove sei?”
ma pure – qualche volta –
ho conosciuto la calma
gli scoppi di risate inutili e,
riconosco poi, il cambiare
delle stagioni, dai fiori
nati in un carcere
ma conosco pure
tutte le sfumature del verde
quando ti stringo le mani.
Procida 10 luglio 1972
A MARA
Fu scarno il commiato
dei compagni
poi
colonne di piombo
a lacerarti
insinuare
negli animi deboli
una fragilità
ch’è patrimonio
tutto borghese
la nostra prece
ha sfumature diverse
nella mente
precisi gli obiettivi
e nel cuore
resta fissa
la generosità tua
che
a braccia spalancate
tutto hai dato
sotto un cielo
chiaro di giugno
Favignana giugno 1975
IL CAMPO DELLA GLORIA
E nei vostri sudari
sentirete crescere la vita
così come l’avete voluta,
umanizzata. Verremo lì
a discutere i programmi
e a sostare, fumando,
nelle notti d’estate.
Un grande ideale campo
curato dalle nostre coscienze…
in questo campo, aperto ai bimbi
e limitato dalle stagioni,
raccoglieremo i nostri morti.
Saluzzo 25 aprile 1977
LONTANANZE
Da pianure assolate
io vengo. E dal mare.
Giochi ripetitivi. Scorie.
Infanzia cadenzata
da immagini vaghe.
Travagli.
Casuali intrecci. Mutismi.
Dopo, indocile ai rumori,
alzai il capo
e, ribelle, spezzai i cieli.
Ogni stupore
si consumò così,
in un momento solo.
Le pianure assolate
lasciai. E il mare.
Asinara 8 novembre 1977